lunedì 5 dicembre 2011

Tra Brondi e Petrella

Darò un party
con un solo invitato oltre me,
il mio calice,
brinderemo alle cose dimenticate,
ai denti caduti per mancanza d'affetto,
ai capelli che abbiamo lasciato
crescere sui nostri sentimenti,
le labbra chiuse
dalle cinture dell'ignoranza.
I seni scoppiati per colpa di un amore,
chiamiamolo dolore,
il rumore assordante
del muscolo rosso
che voleva uscire e seccarsi.
Perforato il petto,
è corso sul bianco delle rose,
sulla punta delle spine,
nessun lamento,
soltanto sangue scendeva copioso,
simile a questo sputo lento.
Mi legavi l'anima con le tue parole,
le mie orecchie ascoltavano solo musica,
sentivano il resto,
udivano cantilene simili a canti medievali.
Aspettavo la lama
che mi dividesse dal resto del corpo.
Non volevo forma,
bramavo solo il netto taglio.

pensieri franati

Ma io non posso
restare con le vene
che mi battono nel pollice
a mangiarmi l'auricolare,
solo perchè gli scontrini
segnalano le date,
solo perchè la cartaigienica
rotola giù per la distesa.
La vita è un dirupo
la mente un letto di voglie
steso agli argini del fiume
di pensieri straripati

sul non essere delle cose,
sulla loro inappartenenza
al tuo ausiliare.

Like a guitar.

Paragonami a lei,
smetti di toccarla,
prendi me!
Sono chitarra,
accarezza dolcemente le mie corde,
poi, violento,
fammi gridare d'amore.
Sono chitarra
suonami per ore,
lucida i miei tasti e puliscimi le parole.
Cantami d'odio,di guerra,di paura,
cantami tutto ciò
che ululeresti solo alla luna.
Sono chitarra
e perdo un po' di vita
quando mi sposti dalle tue braccia.
Sii geloso di me,
non lasciare che chiunque possa sfiorarmi,
infondo sono fragile,
basta poco per potermi scordare.
E io sono chitarra
ti darei un bel po' da fare
se solo tu chiudessi
quella porta sulle ciglia
e ti lasciassi trasportare
con un moto trascendente
in modo astratto e psichedelico.

domenica 4 dicembre 2011

"Ho dovuto far di te uno sconosciuto"

Credi di sapere tutto della mia vita,
è la classica frase di tutti,
mi sento un adolescente rincoglionita,
o forse lo sono.. forse..
Tutto nasce da un forse,
è proprio l'improbabilità a dar vita alle possibilità.
Che tu conosca tutto di me, beh,
non c'è possibilità, piuttosto del contrario..
Mille cose e più ti ho zittito,
eran troppo per te, anche per te,
sarebbe stato troppo farti sapere,
farlo avrebbe contribuito a perdere parte di quelle cose,
sarebbe stato come cedertele,
come cedere parte di questa ad uno sconosciuto..
Ho preferito quindi tacere e celarle nei miei occhi bui,
troppo scuri per il soffice castano tuo,
non hai mai potuto decifrarli,
eppure li scaldavi,si sentivano sicuri di ridere quando incrociavano la tua straripante allegria.
Ciò che abbiamo sempre saputo uno dell'altro era il nome,
o nemmeno, preferivamo chiamarci con i nomi delle cose,
per la loro utilità, per la loro importanza,
e poi,ogni volta, abbiamo creato una parte diversa, come fossimo in film,
sempre per divertirci, per non stancare mai la travolgente voglia di vita che avevamo..
Ora leggo qualcosa di diverso nei tuoi occhi,
il tuo sorriso è spento, non riesco più a farti sorride..
Il dolore mi assilla,
amavo la malinconia che si cullava sulle tue ciglia come se fossero un amaca,
amo tutt'ora l'immensa sapienza dei tuoi monologhi,
odio, odio profondamente che tu debba mancarmi così.